27/03/14

Aforismi e pensieri inceneriti LXXV





Tristezza deflagrante dell'Anima Mundi.
Soffre di moltitudine.

           ***

La tradizione giudaico-cristiana e la sua febbrile ossessione dell'attesa, l'idea fissa, sublime e orrenda nello stesso momento, di ammazzare il tempo cosmico. E' stupefacente come il tedio possa generare incubi di una tale portata.

           ***

L'hamburger, orgoglio d'oltreoceano e nutrimento universale è il risultato d'una commistione di scarti a basso valore nutritivo. Presto, osservata dallo spazio, la Terra finirà per assomigliare ad un enorme e nauseabondo Big Mac, costituito dagli avanzi di quello che un tempo era l'essere umano, rappresi ed eternati in un unico, monolitico sapore. Ed è facile credere che nessun buco nero o dio geofago saranno così incoscienti da inghiottirlo.

           ***

Quella che dovrebbe configurarsi come la suprema celebrazione del laconismo diventa sfoggio delle più ingiustificate rivendicazioni. I cimiteri, a questo proposito, abbondano di roboanti richiami all'eternità ed offrono le più disparate giaculatorie commemorative. Nel perenne olocausto del divenire, queste pretese suonano come quanto di più grottesco sia dato di osservare. A nulla valgono gli insegnamenti dell'Ecclesiaste o, più modestamente, d'un grande poeta come Villon. Tutto un coro di fantasmi che inneggiano al ricordo, più per volontà dei viventi che per reale desiderio espresso dai trapassati quando ancora erano in vita. Se potessero parlare, infatti, questi ultimi esclamerebbero: " Dimenticatemi. Ora ho finalmente abbandonato la gabbia del corpo ", " Qui giace il frutto di trascurabili circostanze, ovverosia nessuno ". L'oblio, l'assenza come condizione necessaria del ritorno all'essere. Sono eterno perché, finalmente, non sono.



20/03/14

Aforismi e pensieri inceneriti LXXIV




Tradizione e rivoluzione, impostura necessaria.
Preferibile all'angoscia autentica dell'abitare una parodia di eternità.

          ***

La sua modestia gloriosa, il suo delirio di limitatezza. Desiderava
diventare uno dei più grandi sconosciuti di sempre. Era un asceta superbo.

           ***

Con la distruzione dell'ecosistema la devastazione operata dalla tecnica si ammanta di un significato ulteriore. L'albero e la pianta, immagini di per sé fragili ma cangianti, evocavano un'eternità mobile, fluida nel suo dispiegarsi sullo scenario del mondo. La sostituzione di queste immagini con idoli di cemento, plastica e acciaio, genera un nuovo modello di rappresentazione dell'eterno, saldo, inscalfibile, nella sua granitica fissità di morte.

           ***

Non so cosa mi stia succedendo.
Non riconosco più la mia salma.


06/03/14

Aforismi e pensieri inceneriti LXXIII




Disneyland è il luogo più reale dell'America.

           ***

Ogni idea converge, prima o dopo, in dolore. La storia è costellata di idee che, richiamandosi a principi di rivoluzione o conservazione, finiscono per risultare deleterie. Utopie, religioni, ragione normativa. Tre strade che conducono ad un unico sbocco: il fallimento e la sofferenza di buona parte degli uomini. Non esistono, in merito, idee neutre. L'idea si ribella alla staticità, fa il paio con la vita, è pura energia corrosiva immessa nel circuito dell'essere. Quand'anche venisse abolita resterebbe comunque il desiderio; in fondo che cos'è l'idea se non un desiderio pavesato a festa? A pochi è concesso il sorriso ineffabile del sannyasin e se smettessimo le nostre piccole utopie quotidiane avremmo di fronte il fantasma che siamo. A questo proposito la quasi totalità degli atei è solo votata a forme socialmente utili di superstizione ed è ragionevole che voglia conservarle se non vuole attingere ad una disperazione che si colloca ben oltre il disconoscimento del divino.

           ***

Dove non c'è guerra - se ha ancora nome guerra ciò che mette capo ad un pulsante - la tecnica instaura la pace batteriologica. Perché uccidere quando si può disporre di cavie inesauribili.

       
           ***

In questa foresta pietrificata l'unico grido a levarsi è quello di qualche Gorgone disoccupata.

           ***

Non c'è nulla di più tedioso della democrazia. Riduce i gesti a un cabaret della misura, ad una mutilazione della vitalità espressiva. E' quanto più lontano dall'aristocrazia prevaricante del segno eroico o dal barocchismo robusto ed ingenuo del villano. Esercizio di una tolleranza inumana, che non appartiene a nessuno, la democrazia comprime la vita, la miniaturizza in pillole di liberalismo comportamentale mal sopportato da chi se ne rende portatore. Certo, può solleticare gli appetiti infantili dei virtuosi dell'equilibrismo e dell'accomodamento, di qualche Machiavelli dell'orrore più rassicurante. Tuttavia, nel profondo, sappiamo bene che un solo lampo sanguinario e anti-democratico potrebbe illuminare la nebbia discreta delle nostre esistenze di bestie concilianti. Aggredite il primo venuto, apostrofate violentemente il vostro vicino di autobus, assalite una di quelle tristi nebulose metropolitane che hanno nome di convention democratiche. Siate reazionari, ne gioverete in salute e divertimento.

           ***

Oggi ho fatto quattro passi in centro e per un istante mi è sembrato di intravedere un uomo.